Rinasce Malga Porcarina, l'alpeggio più antico della Lessinia

tratto da L'Arena del 12/08/2011 articolo scirtto da Vittorio Zambaldo

E' stata restaurata Malga Porcarina, malga risalente al 1535 che domina il Vajo di Squaranto vicino a San Giorgio.

La costruzione più antica, interamente in pietra, degli alti pascoli della Lessinia è Malga Porcarina, sulla testata del versante orografico sinistro del Vajo di Squaranto, a poche centinaia di metri in linea d'aria da San Giorgio. 

Porta incisa su un architrave la data 1535 e se è giunta intatta fino a noi lo si deve al lavoro e alla cura dei cimbri di Giazza che per secoli, pur nel Comune di Bosco Chiesanuova, l'hanno condotta e conservata. Ancora oggi appartiene per un terzo a Rina Lucchi e a suo marito Pietro Dal Bosco, per un altro terzo ai fratelli Nordera dell'omonima azienda agricola di San Martino Buon Albergo, originari di Giazza, e per l'ultimo terzo ai fratelli Andrea e Gigi Merzari.


Proprio Pietro Dal Bosco, imprenditore edile oggi in pensione, ha voluto fortemente salvare Malga Porcarina, che per la sua antichità e struttura rappresenta un esempio ancora studiato di come sia nato e si sia sviluppato l'allevamento in alta Lessinia.

La malga, oltre alla data incisa sull'architrave vanta anche un citazione in un documento di cent'anni prima perché nel 1406 si parla di un «Campus Porcarinus», forse legato all'uso di allevare maiali con i prodotti di scarto della caseificazione. È certo comunque che per duecento anni, dal 1551 al 1724, la Nobile Compagnia dei Signori dei Lessini riporta l'elenco degli affittuari della malga con il numero degli animali portati in alpeggio e i relativi oneri da versare. 

La Compagnia è stata soppressa da un paio di secoli ma le vacche continuano a frequentare i pascoli di Malga Porcarina, mentre l'intervento dei proprietari ha permesso di salvare l'edificio dall'abbandono e dalla rovina. Un messa celebrata dal padre carmelitano Agostino Cappelletti, anch'egli originario di Giazza, ha benedetto la nuova sistemazione della malga ed è poi seguito un pranzo all'aperto sul piazzale erboso della malga un tempo destinato ad orto. 

Dal Bosco ha mostrato con orgoglio la sistemazione della malga che ha anche la particolarità quasi unica in Lessinia, di essere provvista di una sorgente perenne a cui negli anni sono stati affiancati degli abbeveratoi e un grande serbatoio interrato per la raccolta dell'acqua nei periodi di magra. 

L'architetto Giovanni Tagliapietra ha descritto nei particolari l'intervento, sottolineando le tre parti perfettamente distinguibili che caratterizzano quello che a prima vista sembra un unico edificio. 
«C'è in realtà la stalla vera e propria, preceduta da un protiro che funge da portico di accesso ed è la parte più antica, costruita con enormi blocchi squadrati più rozzamente e incastrati fra loro partendo dalla stessa roccia affiorante dal terreno e legati con malta molto povera. 

La seconda costruzione, il "logo del fogo", invece di essere in linea con la precedente, segue obliquamente l'andamento della roccia sulla quale si innesta e la terza, il "logo del late", è quella più recente, come rivela l'intonaco databile approssimativamente alla fine del Settecento». 

Sono state sostituite le travi antichissime ma ormai marcite e incapaci di reggere il peso del tetto, risistemate le laste in pietra di copertura, recuperandone il più possibile e cercandone di nuove solo per le quintane che coprono le fessure tra una lasta e l'altra. 

Il tipo di costruzione, con piccole fessure al posto delle finestre, ha fatto pensare che la malga avesse in origine funzione di presidio militare o fortilizio, poi adattata a riparo per animali e maghesi, ma può essere che sia stata questa fin dall'origine la sua funzione, per difendersi dalle intemperie e dai predoni. 

Poco sopra la strada provinciale che collega Conca dei Parpari con San Giorgio, oggi Malga Porcarina assiste più al movimento dei turisti del fresco d'estate e della neve d'inverno che al lento pascolare delle vacche, ma è meritorio che sia stata salvata dalla passione per la loro storia da quei discendenti degli antichi cimbri che l'hanno costruita.

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