Alba sul Carega

Da Revolto per la direttissima 108B. Rientro per Bocchetta Mosca attraverso il sentiero 109. Dal rif. Scalorbi discesa a Malga Campobrun e di nuovo per il 109 e sentiero 186 (ex 286).

Lunghezza: 13,4 km
Dislivello: m.904
Quota massima: m.2255
Ascesa accumulata: 945
Tempo medio di percorrenza: 5h circa,  escluse soste


Bellissimo vedere l'alba dal Carega, non avevo ricordi.
Sarà pure dura, specie se si viene da una nottata in cui si fa il dritto, ma vedere il giorno che nasce ripaga senza dubbio le ore di sonno mancate, e non solo, camminare e raggiungere la cima con un bel tappeto di stelle sopra la testa è una bella emozione.


Alle 2:45 siamo tutti al Revolto, puntuali e sincronizzati come stabilito. I soliti pochi intimi, non amo camminare in gruppi numerosi, e stavolta c'è pure anche l'ottima compagnia di Roberto.
L'itinerario è noto e conosciuto a tutti, dopo aver superato il Pertica salire per la direttissima, il sentiero 108B.


Secondo le tabelle CAI sono 2h di salita per raggiungere il rifugio Fraccaroli, 30 minuti la tratta Revolto-Pertica e 1h30 il resto.



Sapendo che il sole sorge intorno alle 6:25 ,  per non rischiare di mancare l'appuntamento con l'alba ci prendiamo un ampio margine, aumentiamo di 30 minuti e più il tabellino di marcia,  vuoi perchè per forza di cose di notte l'andatura è più lenta ma anche perchè è bello vedere il crepuscolo, quel momento che precede il sorgere del sole in cui la luce è ancora incerta.

Infiliamo gli scarponi, prepariamo i bastoncini e le lampade frontali si accendono. Si parte. Impressionante SKA, inizia con un'andatura da maratoneta ma non è quello a preoccupare, ma piuttosto come è vestito; in tenuta da spiaggia riuscirà a raggiungere la vetta senza farsi venire un attacco di mal di pancia????

Superiamo il boschetto iniziale e accorciamo gli ultimi tornanti arrivando così in poco meno di mezzora al Pertica.
Il tempo di scattare 2-3 foto veloci e rimbambirci per bene con il lampo del flash e ripartiamo.

Salendo colpisce subito agli occhi una luce luminosissima sopra al rifugio Scalorbi. Ignoranti in materia astronomica ci viene in soccorso Frank che con qualche aiuto (proprio bella quell'app per Android) ci fa un mini corso su tutti pianeti e costellazioni visibili. Ecco quindi Venere, Giove la costellazione del Cigno e altre 3 stelle in fila da un nome impronunciabile.

Arriviamo al bivio dove inizia il 108B che imbocchiamo.
Si passa prima una zona di mughe dove di notte occorre prestare un po' più di attenzione alle radici presenti,  ma le frontali devo dire che illuminano quasi a giorno.
Via via che il sentiero si apre e comincia a farsi più diretta la salita anche il vento si fa sentire con la sua aria un po' più fredda.
SKA imperterrito sembra non accusare il colpo, e rimane vestito sempre uguale.  Bello salire di notte, se non altro non si hanno tanti punti di riferimento e la salita sembra meno interminabile rispetto durante il giorno quandoil rifugio Fraccaroli è sempre li fermo ad aspettarti ma non si raggiunge mai.

Frank  e Roberto allungano il passo, le luci delle loro frontali mi fanno capire che sono arrivati e stanno iniziando l'ultimo tratto di salita alla croce di vetta.


Io faccio da elastico e aspetto Tania e SKA che si è finalmente fermato per indossare la giacca.

Eccoci anche noi finalmente conquistare la cima, sono le 5:15 , ampiamente in anticipo e secondo le tabelle di marcia prefissate.

L'aria è fredda, la voglia di cambiarsi gli indumenti sudati è poca,  però è impossibile restare in queste condizioni.
Ci si scalda con il the caldo e ci si ricarica con biscottini e quantità industriali di frutta secca.
Tranquilli ragazzi, ora vi preparo pure il caffè, Preparo la moka e riempio il mio fornellino ad alcool.... Cavolo non si accende, che strano,  sarà il freddo o l'altitudine??!?!?! e come sottilinea Frank, "na bella figura di mer..."



Eccoci ci siamo, sta albeggiando, un palla rosso fuoco all'orizzonte si alza sempre più. Bellissima emozione che cerchiamo di immortale con molti scatti fotografici che rendono però solo in parte le sensazioni che proviamo!!


Lo scenario cambia, tutto intorno comincia a schiarire e ad assumere un aspetto più familiare.
Tutti scattano le ultime foto di questo sugggestivo momento, tranne SKA che nonostante abbia fatto la fatica di portare con sè la reflex ha ormai le mani troppo ghiacciate per premere il grilletto. Anzi, non resiste proprio più e si invia anzitempo verso il rifugio Fraccaroli ancora chiuso.
Aspettiamo Frank che spiega il funzionamento del geocaching a Roberto con la cache "El Carega" e scendiamo pure noi dalla vetta e andiamo a fare colazione.
Un buon cappuccino caldo e  una bella fetta di torta della nonna sono perfetti di prima mattina!

E' proprio vero che in montagna si fanno sempre incontri interessanti! Prima l'amico di Frank, nonchè aiuto oste del rifugio con le sue massime di vita (interessante la teoria delle vacche al pascolo) e poi con dei ragazzi, uno dei quali in perfetta linea con il principio che in montagna occorre sempre avere la massima sicurezza aveva con se un casco integrale da moto!!!


Bene decidiamo di ripartire, l'idea è fare la via delle Creste il sentiero 108,  ma appena controlliamo l'ora constatiamo che è decisamente troppo presto per scendere da quella via. Una consultazione veloce e decidamo a questo punto di raggiungere il rifugio Scalorbi. Iniziamo la discesa e cominciamo anche ad incrociare i primi camminatori che salgono. Man mano che perdiamo quota gli escursionisti sono sempre meno vestiti, ci deve essere un bel caldo laggiù.



Arrivati a Bocchetta Mosca ci fermiamo, ogni volta che passo da qui non riesco a non buttare l'occhio giù nel Vajo dei colori e a rimanere colpito da quanto sembra ripido da quassù.

A Bocchetta Mosca decidiamo di non intraprendere la solita via diretta per il rif. Scalorbi, ovvero il sentiero 192,  ma imboccare il 109 che passa appena al di sotto del Monte Obante. Il sentiero viaggia un po' più in piano all'inizio per poi scendere allo Scalorbi da direzione nord-ovest. Tra una stella alpina e un altra arriviamo così al rifugio. 

Ci fermiamo un po' e ci mettiamo in tenuta un po' più estiva. La calura che sale dalla sottostante Valle di Recoaro è allucinante e quando incontra l'aria più fresca si formano così delle nuvole di vapore creando un bel effetto.


Flora del Carega





Bene, è ora di ripartire, scendiamo per Malga Campobrun con la speranza, ahimè anche stavolta invana, di riuscire a trovare la ricotta affumicata, impresa difficile in questo periodo dove il Carega è preso d'assalto.

Lasciato l'Alpe di Campobrun alle spalle risaliamo e riprendiamo la strada che ci ricongiunge in breve tempo al rifugio Pertica. Altro giro di foto di gruppo, stavolta con la luce del giorno e ripartiamo infine per arrivare nuovamente al Revolto, dove ha avuto inizio questa bellissima escursione.

Che altro dire, è una classica ascesa al Carega ma che fatta di notte per poter poi ammirare l'alba assume un fascino del tutto particolare. Provare per credere!


Traccia in formato gpx kml


Il percorso



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