Nel bianco Vajo Paradiso

Distanza con altiduni: 11,3 Km

Dislivello: m. 425
Quota massima: m. 1523
Ascesa accumulata:  482 m
Tempo medio di percorrenza: 3h00' escluse soste

E' venerdì sera e la neve cade abbondantemente ovunque.
Sicuramente domani mattina me ne esco a fare un bel giretto ma dove andare? L'indecisione è troppa, ma alla fine decido che per una volta pure la Lessinia, o meglio l'alta Lessinia può aspettare. Si perchè non capita tutti i giorni di avere neve anche a quote più basse e un Vajo del Paradiso cosi innevato comodamente a portata di gambe è un'opportunità unica. 



D'altronde anche questa è Lessinia, non solo pascoli e malghe ma anche profondi vaji boschi e senge.

Così mi invio a nord di Grezzana, dove dietro alla segheria Ferrari BK che per chi ha bimbi piccoli l'avrà sentita sicuramente nominare per aver inventato i famosi Sabbiarelli, ha inizio il Sentiero Naturalistico del Vajo del Paradiso.

La cartina di riferimento è la recente (2011) creata dal Comitato Gruppi Alpinistici di Verona , "Colline di Verona" in scala 1:20.000.

Arrivati all'ultima casa al termine della strada asfaltata attaccata ad una sbarra di metallo trovate una piccola freccia che indica l'inizio del Vajo Paradiso.

Si supera inizialmente un tratto pianeggiante e lentamente ci si innalza di quota man mano che ci si addentra nel bosco.

Lo scenario è unico, sotto ai piedi 4 cm buoni di neve fresca che aumentano man mano ci si alza di altitudine e ci si avvicina ad Azzago.

Il vajo del Paradiso è un luogo di grande bellezza, come evoca il nome da cui ha preso, ma in passato qui le cose erano ben diverse. Nei fianchi della valle infatti si estraeva la lignite, un carbone fossile di poca qualità ma che in tempo di guerra era diventato molto prezioso.
Lavorare nei "busi", come chiamavano la miniera in paese, costava fatica ed era pericoloso ma era considerata una fortuna, era un posto fisso in anni di miseria.
L'attività di estrazione nella miniera intitolata al Duca d'Aosta durarono fino al primo dopo guerra. Con la fine del conflitto mondiale, venne meno la necessità di servirsi della miniera poichè le industrie veronesi potevano di nuovo trovare sul mercato carbone migliore e a prezzi più convenienti e così nel 1949 la miniera venne abbandonata definitivamente.
Il vajo è tornato alla natura ma Santa Barbara protrettrice dei minatori è sempre qui nel suo capitello a vigilare e a proteggere.


Il sentiero prosegue, poco più avanti inizia la deviazione in salita verso Sengia di sotto e poi sotto roccia si continua tra i molti ripari naturali.
Ripari utilizzati fin dal Paleolitico e frequentati ancora nel medioevo come luoghi di eremitaggio.

Sulle pareti annerite dai fuochi rimangono sbiadite e quasi illeggibili figure geometriche o in forma di croce, disegnate con le terre giallo-rossastre del vajo.

Sbuchiamo dal vajo in prossimità della località Molini dove a prima vista si nota subito un esempio di architettura tipica rurale, un sottoportico con un bell'arco che di questi tempi natalizi sembra un vero e piccolo angolo di un presepe popolare.


Teniamo la sinistra, saliamo un tratto di cemento che costeggia il retro di una casa e sbuschiamo su strada asfaltata.

In alternativa ai due precedenti tragitti che trovate già proposti su Everytrail ho adottato una variante in modo da evitare un po' di asfalto.
Dopo un paio di km in discesa sulla strada provinciale raggiungerete località Lumiago. Entrate nell'abitato, e raggiunta l'ultima corte parte un sentiero che guadagna la parte sommitale del monte. Vi ricollegate in sostanza alla strada bianca che in costa collega Santa Viola di Azzago con il monte Monte Cucco sopra Sezano.


Arrivati in prossimità "la Croce" sopra Romagnano svoltiamo a ovest (destra) in discesa e in prossimità di una curva dove vi è anche un capitello votivo imbocchiamo il sentiero sulla sinsitra che taglia direttamente e sbuca al centro del paese di Romagnano vicino al parcheggio. Continuiamo altri 100 metri in discesa e dove inizia la strettoria imbocchiamo la via a destra per il cimitero.

Passiamo oltre, non imboccate la prima stradina che sta sul retro del cimitero ma quella poco dopo che scende a sinistra tra le nuove vigne di recente impianto. La strada ci porterà così in pochissimi minuti alla "Costa" dove c'è l'agriturismo e con moderata discesa sempre tra vigne e olivi arriviamo in località Borgo a Grezzana. Sbucati nel gruppo di case teniamo a destra , scendiamo dai gradini della vicina e bella fontana e teniamo sempre a destra dove arriviamo alla rotonda di "Bertani" e al parcheggio.

Sicuramente questo è un buon posto dove lasciare l'auto per chi volesse ripetere questa mia escursione.
In alternativa poco più avanti proseguendo verso il centro di Grezzana subito dopo essere passati sotto il cavalcavia della superstrada svoltate a destra e 400m più avanti trovate possibilità di parcheggio nei pressi del nuovo supermercato LD  come è avvenuto in questo caso per questa escursione.

Un itinerario a pochissimi km da Verona, nella natura più completa, alla scoperta di un angolo di Paradiso.

Traccia in formato gpx kml

Il percorso

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