Vajo delle Scalucce

Mulin del Cao – Vajo delle Scalucce – Spiazzo - Cerna – Val Sorda - Mulin del Cao.

Distanza con altiduni: 11,6 Km
Dislivello massimo: m.670
Quota massima: m. 795
Ascesa accumulata: -- m
Tempo medio di percorrenza: 4h 30' circa escluse soste


Ringrazio gli amici Marco e Stefano, compagni spesso di uscite,  che sono sempre disponibili a condividere sul blog le loro escursioni.

L'itinerario che hanno fatto quest'estate, potrebbe sembrare la copia del giro dell'altra volta, quello in Val Sorda, ma si risale il vicino Vajo delle Scalucce, percorso dal Progno di Breonio, molto simile a quello solcato dal Rio Mandrago ma sicuramente con meno passaggi difficili.

Sicuramente questa non è la stagione migliore per andare,  ma anche in questo periodo offre bellissimi scorci paesaggistici con le sue numerose cascatelle.  Infine vi ricordo che alcuni tratti possono risultare insidiosi da percorrere, specie se è piovuto nelle ore precedenti, quindi  occorre prestare sempre la massima attenzione.



Vi lascio al racconto di Marco sempre ricco di aneddoti curiosi.

"Nel ricordare la risalita dal vajo, mi ritorna alla mente, un incontro di cui non ti ho menzionato l'altra volta, ma di cui siamo stati testimoni con Stefano e Roberto all'arrivo del giro.

Eravamo nei pressi della macchina, stanchi e desiderosi di cambiarci d'abito, quando transita, sulla strada, un ciclista. Signore sulla sessantina, dopo un nostro saluto inverte la marcia e si avvicina per scambiare alcune chiacchiere. A parte alcuni cenni storici, sui luoghi, riguardante fatti di guerra, accenna ad un discorso con riferimenti di nomi e fatti, narrando che Dante, nel scrivere la Divina Commedia e nello specifico "L’inferno", passò proprio di lì per avere l'ispirazione.

Verità o leggenda, non posso fare a meno di trovare analogie con l'angoscia che ispira a tratti, la risalita dal vajo. Massi enormi, pareti a strapiombo il tutto coperto da una vegetazione a tratti così fitta, da sembrare una mano diabolica che, apposta vuol impedire alla luce di filtrare. Eppoi quello sbucare alla fine del vajo, ricorda la rinascita,  il venire al mondo nuovamente e il  "e quindi uscimmo a riveder le stelle ".

Nel nostro caso, più che un cielo stellato era un cielo illuminato da un bellissimo sole, ma la sensazione penso sia la stessa.


Ritornando sul nostro percorso , ad un bivio il cartello indica una deviazione per Molina, ma decidiamo comunque di percorrere il vajo fino alla fine.

La parte finale, prima di sbucare su verdi prati, è composta da una moltitudine di scalini e da qui, forse, il nome del Vajo delle Scalucce .

A questo punto non è stato facile orientarsi , complice la stanchezza e forse la segnaletica non proprio precisa abbiamo faticato non poco per trovare “ la retta via che era smarrita”.

Passando per località Spiazzo, chiediamo informazioni ad una signora che gentilmente ci segnala la strada oltre alla possibilità, passando dall’interno dell’abitato, di vedere una bellissima fontana. Io non ho foto, ma Stefano penso ne abbia scattate parecchie di immagini pittoresche .

Oramai si è fatto mezzogiorno e dopo qualche chilometro, affamati e desiderosi di riposo, arriviamo all’abitato di Cerna, dove Stefano mi confida candidamente che da mangiare ha solo barrette e null’altro. Ci mettiamo quindi alla ricerca di un bar, ma tra quelle quattro case in croce, un bar, perlomeno aperto non c’è.

Allora apro il mio di bar, composta da panini e birra , che come tu ben sai non manco mai di portarmi. Abbiamo pure la compagnia di un simpatico cane che a sua volta sfoggia un simpatico panino, peccato sia di plastica.



Riprendiamo il cammino e lasciato l’abitato percorriamo una facile strada in leggera discesa, per ritrovarci al bivio che immette nuovamente alla Val Sorda. Non era nei piani,  ma decidiamo di fare fare ritorno ripercorrendo al contrario la valle .

Complice , come ho detto all’inizio, le piogge cadute, il percorso si rivela molto insidioso e difficile da percorrere. Sempre bello, comunque dal punto di vista paesaggistico. Anche fatto al contrario non manca di rivelare aspetti ,che fatto nell’altro senso, non avevamo notato. Le numerose cascatelle ci hanno fatto pensare , che la prossima estate, potremmo ritornare per fare un bagno, basta un asciugamano ed un costume.



Alla fine giungiamo alla macchina, dove non posso non rilevare come i miei pantaloni causa fango e impervi dislivelli siano luridi!!

Bravissimo Marco per il  racconto, con il quale mi hai fatto veramente ricordare lo stesso clima sereno e divertente che si respira quando usciamo assieme.


Traccia in formato gpx kml

Il percorso




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